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Descrizione

Nei pressi di Nardodipace, comune montano vicino a Serra San Bruno, si ergono, in cima ad un pianoro, vicino alla vetta più alta delle Serre, costruzioni megalitiche.  La particolarità di queste strutture è che si tratta di “triliti”, una forma che  si riscontra  principalmente nel megalitismo bretone e in particolare nella nota Stonehenge. Per quanto i blocchi dei triliti possano presentare facce piane derivanti da attività tettoniche preesistenti che hanno agevolato la loro estrazione dalla cava, vi sono diversi indizi dell’intervento umano per la loro erezione:

• la cura nell’assemblaggio dei blocchi;

• la grande attenzione agli incastri fra gli elementi contigui, che, nel caso degli ‘architravi’ era agevolata da geometrie    ‘a

conca’ prodotte da lavorazioni con lo scalpello;

• la loro disposizione geometrica a rappresentare una vera e propria ‘architettura’, con piani o basi di appoggio squadrate   su cui gravano i ‘pilastri’ costituiti a loro volta da blocchi di aspetto più o meno geometrico (cubico o parallelepipedo).    Questi ultimi recano, talora, incisi ‘pittogrammi”.

Una scoperta archeologica che assume un’importanza fondamentale nel panorama della preistoria italiana. Sono stati fotografati blocchi di granito del peso stimato di oltre 200 tonnellate, grandi mura, probabilmente di fortificazione, pilastri sormontati da un “architrave”. Il tutto è parte di un vasto progetto che impegnò per la sua erezione notevoli forze umane. Un popolo che senza dubbio aveva un’organizzazione militare o sacerdotale che gli permetteva di coordinare gli enormi sforzi necessari all’estrazione e al trasporto degli enormi blocchi di granito (uno in particolare misura 10 metri di altezza ed à largo 20). Si sostiene che questi megaliti siano appartenuti all’antica civiltà pelasgica, databile tra l’età del bronzo e quella del ferro, e che il sito rappresenti, considerata la quota, un luogo di culto.

Pelasgi, Popolo del Mare, che venivano da molto lontano, a parere dello studioso Domenico Raso, si sono attestati  nella piccola enclave delle Serre Joniche dal VII millennio a.C. alla metà del II millennio a.C.. La loro identità è stata via via  svelata dagli apporti epigrafici di pre-scrittura pelasgica, ritrovati a Biblo, in Libia, in Toscana, a Glozel sul Massiccio Centrale della Francia, in Scandinavia e sulle coste atlantiche canadesi. L’enclave pelasgica delle Serre joniche calabresi non nasce tutta in una volta. Il trasferimento in massa dei Pelasgi d’Egitto,  in seguito ad una immensa catastrofe naturale,  e quello parziale dei Pelasgi di Siria verso le coste joniche catanzaresi e vibonesi, è avvenuto verso la metà del VI millennio a.C. I punti frequentati dai Pelasgi  furono inizialmente l’antica insenatura-porto di Squillace, l’antica  insenatura di Focà-Marina di Caulonia e la retrostante  montana Città della Porta, oggi Nardodipace.

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  • 21 Novembre 2024 8:37 ora locale

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