Descrizione
Da sempre, la sua presenza è sinonimo delle ambizioni del Guiscardo. È qui che, disattese le consegne del fratellastro Drogone e abbandonato l’iniziale insediamento di Scribla, il giovane Roberto pone le basi del suo ambizioso progetto militare e politico: innalzata sulle rovine di una precedente fortificazione romana, strategicamente rivolta
alle vie di comunicazione del tempo — la valle del Crati e la piana di Sibari — la fortezza diventa l’emblema incontrastato del suo potere, lanciato verso la conquista dell’intero meridione peninsulare e della Sicilia.
Nei secoli, la torre vive continui adattamenti e rimaneggiamenti, in funzione dell’uso cui viene destinata: il grande Federico II, discendente del normanno, la usa come carcere, facendovi rinchiudere e morire il proprio figlio ribelle Enrico VII “lo Sciancato”.
E come per ogni castello, anche questo magnifico esempio medioevale è avvolto da storie e leggende: tra tutte, quella di un cunicolo sotterraneo che avrebbe
unito la torre all’Abbazia di S. Maria de La Matina, voluto dal Guiscardo come via di fuga e canale di rifornimento in caso di assedio.
L’edificio, oggi di proprietà municipale, è spazio privilegiato di manifestazioni culturali ed artistiche.
La struttura è contraddistinta da un’enorme tronco di cono detto “motta” ed è suddivisa in cinque piani sovrapposti comunemente chiamati sale:
Sala delle Granaglie (piano sotterraneo)
Sala delle Prigioni (primo piano)
Sala delle Armi (secondo piano e sala d’ingresso)
Sala delle Udienze (terzo piano)
Sala del Principe (quarto piano)
Località
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Via Nelson Iacovini, 14, 87018 San Marco Argentano, CS, Italia
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