Mendicino, in quel tempo era uno dei centri più importanti della Calabria per la florida produzione di seta greggia. In tutte le campagne era coltivato il gelso. Questa pianta infatti era il principale nutrimento del baco da seta, allevato dalla maggior parte dei contadini del territorio, sia per una produzione del filato a livello familiare, sia a livello industriale. Nel piccolo borgo di Mendicino è stato realizzato un museo d’archeologia industriale proprio per recuperare una parte importante e caratterizzante della sua storia. Sorto dal recupero delle antiche filande, dei documenti, dei reperti, degli oggetti, degli strumenti e di manufatti. Non solo, il borgo prende vita anche grazie alla valorizzazione del patrimonio plurisecolare di pratiche e conoscenze, tradizioni e credenze legate al mondo della sericoltura domestica e industriale.
Il Museo della Seta di Mendicino si situa all’interno dell’antica filanda Eugenio Gaudio, in un edificio storico, costruito con la pietra rosa di Mendicino che per secoli venne utilizzata per la realizzazione di molti edifici di pregio di Cosenza e dell’intera Provincia.
Il Museo non ha solo la funzione di mostrare la vita materiale del passato, ma anche di portare avanti un laboratorio interdisciplinare aperto a diverse esperienze didattiche e scientifiche. Oltre agli oggetti e ai materiali che riguardano la sericoltura e della loro ri-contestualizzazione, il museo vuole mostrare al pubblico la storia e il recupero della memoria per dare valore all’identità culturale del luogo.
Il Museo della Seta è anche la tappa finale di un percorso naturalistico del Parco Fluviale che si trova a ridosso del centro storico e che si snoda lungo il corso d’acqua del fiume Caronte. Punti di ristoro e vari terrazzini panoramici permettono di ammirarne le cascate, gli antichi edifici rurali, il mulino, il frantoio e le filande. Sullo sfondo è ammirabile l’antico rione Castello e il Duomo. Alcune aree del Parco sono adibite a Orto Botanico dotate di pannelli esplicativi e descrittivi.
Proprio dall’idea di rendere omaggio alle tradizioni e alla storia del borgo è sorto il M.U.S.A. (Museo Urbano della Seta all’Aperto). Un progetto espositivo open-air che si integra al Museo della Seta. Consiste in sei opere murali che hanno street-artist di indiscussa fama internazionale: NesPoon (Polonia), Remy Uno (Francia), Attorrep (Italia), Claudio Morne (Italia), opere murali, vere opere d’arte che permettono una maggiore comprensione della comunità e delle sue radici.
Rappresentano un racconto del luogo attraverso un linguaggio artistico che valorizza il patrimonio culturale e storico attraverso veri momenti emozionanti ed esperienziali.
Il borgo di Mendicino è un centro molto antico di origini medievali. Molti reperti archeologici però, testimoniano che la zona è stata abitata fin dal neolitico e poi in epoca greca e romana.
Da non perdere è La Torre dell’Orologio, posta su un colle da cui si domina la vista di tutto il paese. Si trova nel Rione Castello, cosiddetto perché qui sorgeva il castello novo. La Torre si raggiunge salendo una caratteristica scalinata di 132 scalini scavati nella roccia.
Nella piazzetta medievale si può ammirare la chiesetta di S. Sebastiano risalente alla fine del quindicesimo secolo e la settecentesca Chiesa matrice dedicata a S. Nicola.
Nella parte alta del paese si trova il monumentale Santuario di S. Maria dell’Accoglienza. L’edificio in stile gotico è a mononavata, arricchito da una serie di icone che formano un percorso artistico teologico e spirituale. Il Santuario rientra nelle chiese giubilari per il giubileo straordinario della misericordia indetto da Papa Francesco nel 2015. Nella parte bassa si trova invece la Chiesa di San Pietro. Durante il periodo natalizio accoglie un caratteristico presepe allestito dagli artigiani locali divenendo meta di molti visitatori.
Alle spalle del municipio si trova il più importante Palazzo nobiliare settecentesco del paese. Costruito in blocchi di tufo lavorati a mano dagli scalpellini locali, si compone di due piani ai quali successivamente fu aggiunto l’elegante loggiato, visibile su di un lato che domina la valle del Crati fino al Monte Pollino. All’interno si possono ammirare pareti dipinte da maestranze locali. Fu la residenza estiva dell’accademico pontaniano nonché poeta, Giuseppe Campagna. Ospitò tanti intellettuali del tempo.
Il riotterrete di Mendicino permette inoltre di trascorre una giornata in un’area panoramica di straordinaria bellezza in luoghi silenziosi, magici e fuori dal tempo. Si tratta di un altro percorso naturalistico, quello di Monte Cocuzzo, la vetta più alta della Catena Costiera, misura ben 1541 m.
Dalla cima del monte si può osservare una vista mozzafiato che ci permette la visone del Mar Tirreno fino al Mar Ionio, il Pollino e tutta la valle del Crati.
Nelle giornate più belle e con poca foschia, si possono addirittura vedere con chiarezza le Isole Eolie. Il percorso all’interno bosco consente lunghe escursioni che si collegano anche ad altri sentieri escursionistici limitrofi. Ai piedi di Monte, nel cuore di una Faggeta Storica, facilmente raggiungibile in auto, c’è la grande struttura del Casellone Forestale e una vasta area pic-nic, attrezzata con tavoli, griglie, fontane e giochi per bambini. Qui è possibile poter trascorrere in estate giornate piacevoli e rilassanti, immersi nel benessere della natura e dell’aria fresca e pulita.